Eclipse plugin package guidelines (Italiano)

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Ci sono numerosi modi per installare un plugin funzionante di Eclipse, sopratutto da quando è stata introdotta la cartella "dropins" in Eclipse 3.4, tuttavia alcune di queste maniere risultano disordinate, e avere un forma di pacchettizzazione standardizzata e coerente è molto importante per ottenere una struttura di sistema pulita. Non è facile però ottenere questo risultato senza la consapevolezza di come funzionino i plugin di Eclipse. Questa pagina ha lo scopo di definire una struttura standard semplice per i PKGBUILD dei plugin di Eclipse, cosicché la struttura del filesystem possa rimanere coerente tra i plugin senza che il manutentore dei pacchetti debba fare tutto daccapo per ogni nuovo pacchetto.

Struttura ed installazione dei plugin di Eclipse

Il tipico plugin di Eclipse contiene due cartelle, features e plugins, e a partire da Eclipse 3.3 potevano essere posizionate solamente in /usr/share/eclipse/. Il contenuto di queste due cartelle poteva essere mescolato con quello degli altri plugin, e ciò creava confusione, rendendo la struttura di difficile amministrazione. Era inoltre molto difficile capire a colpo d'occhio a quale pacchetto appartenesse ciascun file.

Questo metodo di installazione è ancora supportato in Eclipse 3.4, ma quello preferibile ora è quello che usa la cartella /usr/share/eclipse/dropins/. All'interno di questa cartella possono trovarsi un numero indefinito di sottocartelle, ognuna delle quali contenente le proprie sottocartelle features e plugins. Ciò permette di mantenere una struttura ordinata e pulita, e dovrebbe essere la maniera standard di pacchettizzazione.

Pacchettizzazione

Esempio di PKGBUILD

Qui c'è un esempio, discuteremo più avanti su come personalizzarlo.

PKGBUILD-eclipse.proto
pkgname=eclipse-mylyn
pkgver=3.0.3
pkgrel=1
pkgdesc="A task-focused interface for Eclipse"
arch=('i686' 'x86_64')
url="http://www.eclipse.org/mylyn/"
license=('EPL')
depends=('eclipse')
optdepends=('bugzilla: ticketing support')
source=(http://download.eclipse.org/tools/mylyn/update/mylyn-${pkgver}-e3.4.zip)
md5sums=('e98cd7ab3c5d5aeb7c32845844f85c22')

build() {
  _dest=${pkgdir}/usr/share/eclipse/dropins/${pkgname/eclipse-}/eclipse

  cd ${srcdir}

  # Features
  find features -type f | while read _feature ; do
    if [[ ${_feature} =~ (.*\.jar$) ]] ; then
      install -dm755 ${_dest}/${_feature%*.jar}
      cd ${_dest}/${_feature/.jar}
      jar xf ${srcdir}/${_feature} || return 1
    else
      install -Dm644 ${_feature} ${_dest}/${_feature}
    fi
  done

  # Plugins
  find plugins -type f | while read _plugin ; do
    install -Dm644 ${_plugin} ${_dest}/${_plugin}
  done
}

Come personalizzare il pacchetto

La variabile principale che dev'essere personalizzata è pkgname. Se si sta pacchettizzando un plugin standard, allora questa è l'unica cosa da fare: la maggior parte dei plugin viene distribuita in file zip che contengono solamente le due sottocartelle features e plugins. Perciò, se si sta pacchettizzando il plugin foo e il file sorgente contiene solamente features e plugins, allora occorre cambiare solamente pkgname in eclipse-foo e si è a posto.

Si legga avanti per le istruzioni sulla parte interna del PKGBUILD, che aiutano a capire come impostarlo per tutte le altre situazioni.

Analisi approfondita del PKGBUILD

Nome del pacchetto

I pacchetti dovrebbero sempre chiamarsi eclipse-nomedelplugin, così da renderli riconoscibili come pacchetti relativi a Eclipse e rendere facile il riconoscimento del nome del plugin con una semplice sostituzione tramite shell come ${pkgname/eclipse-}, senza dover ricorrere ad una variabile ${_nomereale} non necessaria. Il nome del plugin è necessario per ordinare ogni cosa durante l'installazione ed evitare conflitti.

File

Estrazione

Per alcuni plugin è necessario estrarre le features da file jar. L'utility jar, già inclusa in JRE, serve a tale scopo. Però, jar non non è in grado di estrarre in una cartella diversa da quella corrente: ciò significa che, dopo avere creato ogni cartella, è necessario spostarsi al suo interno con cd prima di effettuare l'estrazione. La variabile ${_dest} è usata in questo contesto per aumentare la leggibilità e l'ordine del PKGBUILD.

Posizione

Come abbiamo detto, gli archivi sorgenti forniscono due cartelle, features e plugins, ognuna delle quali contenente file jar. La struttura preferibile di dropins dovrebbe apparire così:

/usr/share/eclipse/dropins/pluginname/eclipse/features/feature1/...
/usr/share/eclipse/dropins/pluginname/eclipse/features/feature2/...
/usr/share/eclipse/dropins/pluginname/eclipse/plugins/plugin1.jar
/usr/share/eclipse/dropins/pluginname/eclipse/plugins/plugin2.jar

Questa struttura permette di mescolare diverse versioni di librerie che potrebbero essere necessarie a plugin differenti mantenendo chiara la struttura di appartenenza dei pacchetti. Permette anche di evitare conflitti nel caso in cui diversi pacchetti forniscano le stesse librerie. L'unica alternativa sarebbe quella di dividere ogni pacchetto dalle proprie librerie, con tutta la confusione che ne deriverebbe, e non sarebbe nemmeno assicurato il funzionamento a causa di pacchetti che hanno bisogno di vecchie versioni di librerie. La cartella features dev'essere estratta altrimenti Eclipse non sarà in grado di vederla, e l'intera installazione del plugin non funzionerà. Ciò accade perché Eclipse tratta le installazioni dai siti di aggiornamento e quelle locali in maniera differente (per ragioni non trattate in questo articolo).

La funzione build()

La prima cosa da notare è il comando cd ${srcdir}. Solitamente gli archivi sorgente estraggono le cartelle features e plugins direttamente sotto ${srcdir}, ma questo non è sempre vero. Ad ogni modo, per la maggior parte dei plugin non-(de facto)-standard questa è l'unica linea che dev'essere cambiata. La prossima è la sezione features. Essa crea le cartelle necessarie, una per ogni file jar, ed estrae il file nella cartella corrispondente. Alla stessa maniera, la sezione plugins installa i file jar nelle relative cartelle. Un ciclo while viene nel frattempo usato per evitare strani nomi di file.